GIUSTIZIA PER MARIA ANTONIETTA

Venerdì 7 settembre, dalle 14 alle 16, la TV DELLA LIBERTA’ (in diretta, dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 18 sul canale 818 di Sky, dalle 14 alle 15 su 20 emittenti regionali, per la Liguria Telegenova e su internet all’indirizzo http://www.latvdellaliberta.it/), ha trasmesso lo speciale registrato a Sanremo, lunedì 3 settembre, sull’omicidio di Maria Antonietta Multari.
Le registrazioni sono state effettuate con la collaborazione del CIRCOLO DELLA LIBERTA’ “NOI GENTE COMUNE”, Presidente Luca D’Amore.
Sono intervenuto da studio ed in registrata le persone più direttamente coinvolte nella tragica vicenda, tra cui la mamma di Maria Antonietta Multari e la sorella di Luciana Biggi ed in collegamento numerosi ospiti, i rappresentanti del CIRCOLO DELLA LIBERTA’ “NOI GENTE COMUNE” e personalità di rilievo.
Questo è un “riassunto”, delle decine di testimonianze rilasciate dalla gente e poniamo un accento particolare sull’appello di Luca D’Amore e sulla singolarità dell’intervento di Diego A., persona che è entrata più volte in contatto diretto con Luca Delfino e la povera Maria Antonietta Multari.

“Il magistrato Enrico Zucca ha dichiarato che non ha arrestato Luca Delfino, dopo il primo delitto di Luciana Biggi, per mancanza di prove! Ma com’è possibile? Che cosa s’intende esattamente per mancanza di prove? Il capo della squadra mobile Claudio Sanfilippo aveva consegnato ai magistrati un dossier di 67 pagine, con un pesantissimo quadro indiziario e con elementi gravi e circostanziati, da lui stesso definiti una marea d’indizi, dichiarando espressamente che Delfino andava arrestato e chiudendo il dossier specificando che Delfino era ancora capace di uccidere”

“Gli indizi che portavano a Delfino per l’omicidio di Luciana Biggi erano a dir poco clamorosi, non aveva un alibi, le telecamere a circuito chiuso della zona avevano anche registrato, poco prima del delitto, un litigio tra Delfino e la vittima, dopo l’omicidio Delfino si era raso barba e capelli e le perizie psichiatriche lo indicavano come persona disturbata e socialmente pericolosa. Com’è possibile che oltre a scarcerarlo non sia stato preso nei suoi confronti nessun provvedimento di sorveglianza? A questo punto ci viene da pensare che se nell’omicidio di Maria Antonietta Multari, non avessero preso Delfino col coltello ancora in funzione e se non ci fossero stati decine di testimoni oculari, adesso sarebbe ancora libero e pronto a cacciare un’altra vittima”

“Noi abbiamo paura, noi non abbiamo più fiducia nella giustizia, chiunque può trovarsi nelle stesse condizioni della famiglia Multari, la legge non protegge più le brave persone. Nel gennaio di quest’anno Maria Antonietta Multari e la madre hanno denunciato Delfino per minacce, percosse, violenza privata e molestie. La polizia ha così ripreso le intercettazioni telefoniche su Delfino ed ha inviato al PM Zucca un nuovo rapporto con le trascrizioni delle conversazioni, definendo Delfino fuori di testa ed evidenziando comportamenti fotocopia di quelli avuti nei confronti di Luciana Biggi. In più sono state anche inviate al magistrato le denunce della vittima e della mamma. Risultato? Nessuno! Delfino è rimasto sempre libero di agire e di disturbare la brava gente fino all’estremo epilogo della barbara uccisione della vittima designata.

Com’è possibile che non sia stato preso nei confronti di Delfino nessun provvedimento, né una sorveglianza, né l’impedimento magari di allontanarsi dal suo comune di residenza, niente di niente. Non è strano quindi che i giudici parlino di mancanza di prove per il primo delitto. Io mi chiedo a questo punto cosa deve fare una persona per prenotarsi un soggiorno in galera o per essere almeno sottoposta ad un provvedimento restrittivo. Evidentemente le minacce, le percosse, le violenze e le molestie perpetrate nei confronti della famiglia Multari, non sono servite a mettere in allarme il PM Zucca, nonostante che queste fossero effettuate da un soggetto già fortemente sospettato di un omicidio, definito dalle perizie psichiatriche disturbato e socialmente pericoloso e secondo la polizia capace ancora di uccidere”

“Stavolta si spera che la flagranza di reato riesca almeno a prenotargli un breve soggiorno in galera, ma siamo altamente sfiduciati, già cominciamo a leggere di strategia difensiva, come se si stesse parlando di una partita di calcio e non della barbara uccisione di un essere umano. In un primo momento Delfino si è avvalso della facoltà di non rispondere, poi quando il suo avvocato è rientrato dalla Scozia, ha rimosso dalla mente tutte le fasi pre, durante e post delitto, mostrandosi anche rincretinito, piangente, stressato dalle minacce degli altri detenuti, lamentando dolori alla mano che gli è servita a dare 40 coltellate, minacciando d’autolesionismo ed arrivando anche a sostenere che è tutta una montatura, immagini del funerale dell’ex fidanzata comprese. Noi gente comune abbiamo proprio paura che Delfino riuscirà a guadagnarsi una bell’infermità mentale e dopo pochi anni passati in qualche comoda comunità di recupero, sarà nuovamente libero di trovarsi una nuova fidanzata, e casi simili in Italia non sono purtroppo una novità”

“Il ministro Mastella ha chiesto tutti gli elementi per verificare l’eventuale sussistenza di condotte rilevanti dal punto di vista disciplinare, da parte dei magistrati. Noi chiediamo al ministro Mastella delle risposte certe. Noi vogliamo capire se quello che è successo rientra nella norma, se tutto questo può accadere in uno stato di diritto, se la vita umana ha davvero perso ogni valore, se ci sono persone che contano ed altre che non contano niente, se la gente comune non ha nemmeno più diritto alla sua dignità, ad un briciolo di dignità”

L’appello di Luca D’Amore:
“Il delitto di Maria Antonietta Multari è avvenuto venerdì 10 Agosto. Luca Delfino è residente in provincia di Genova ed è arrivato in riviera due giorni prima. E’ stato visto a Sanremo, Dolceacqua, Vallecrosia e Ventimiglia. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire gli spostamenti esatti di Delfino, in quei due giorni che hanno preceduto il delitto. Dove ha dormito, dove ha mangiato, cosa ha comprato, dove ha preso la cospicua somma di denaro rinvenutagli al suo arresto, poiché ufficialmente non lavorava; ogni elemento, anche il più apparentemente insignificante, può essere importante per dimostrare la sua premeditazione al delitto, chi ha notizie si faccia avanti”

La dichiarazione di Diego A.:
“Lavoravo a Ventimiglia in una rivendita di libri usati. Delfino veniva spesso in compagnia della sua fidanzata, Maria Antonietta Multari a cercare insistentemente libri di barzellette, satira ed allegorie varie sui Carabinieri e sulla Polizia. In più era anche un appassionato lettore di libri gialli. Parlando più volte con lui ho avuto l’impressione di una persona assolutamente normale, molto sicura di se, anche troppo direi ed un po’ arrogante. Sembrava dominare completamente la sua ragazza, parlava sempre lui e decideva tutto lui, lei parlava pochissimo, sembrava succube”

RASSEGNA STAMPA:

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7 Settembre 2007 - OMICIDIO MULTARI - intervento telefonico di Luca D'Amore (20:01)