A Sanremo c’è un’azienda fantasma, probabilmente la più grande della città, che impiega centinaia di lavoratori e che ha come fine la vendita di merce col marchio contraffatto.
Una volta c’era la figura del cosiddetto “vù cumprà”, qualche collana, qualche piccolo oggetto etnico, l’impressione per il compratore che il vù cumprà avesse in qualche modo importato questi simpatici oggettini dal suo paese, ma oggi invece si assiste ad un vero e proprio smercio industrializzato, dei più disparati articoli dal marchio contraffatto.
Non più simpatici elefantini quindi, ma anche oggetti d’enorme valore!
Alla base di tutto questo ci sono delle vere e proprie organizzazioni criminali, gestite perlopiù da italiani ed i nuovi venditori abusivi, gli ex vù cumprà, non sono che l’ultimo anello di questa catena.
In un momento come questo, dove si discute tanto dei contratti di lavoro CO-CO-CO, CO-PRO ecc.., qualcuno ci può spiegare cosa sono e a chi interessano questi lavoratori?
Li vediamo il più delle volte carichi di merce come dei somari e l’impressione che ne ricaviamo tutti è che siano sfruttati da qualcuno, del resto se forse si poteva anche pensare che il vecchio vù cumprà avesse importato l’elefantino dalla sua Africa, chi può pensare oggi che il venditore abusivo abbia fabbricato artigianalmente l’orologio o la borsa?
Quindi appare chiaro a tutti che c’è qualcuno che da loro la merce e quindi da lavorare e se c’è qualcuno che da loro da lavorare, quali sono i diritti di questi lavoratori dipendenti?
Quante ore lavorano al giorno?
Hanno le ferie pagate?
Hanno i contributi versati?
Un giorno avranno la pensione?
Hanno la malattia?
Se subiscono degli infortuni restano a casa pagati?
No amici lettori, niente di tutto questo, come sappiamo tutti, questa gente lavora in nero senza nessun diritto, anzi, sono vessati e ridotti in sostanza in schiavitù (se non vendono ogni giorno un tot di merce non mangiano o passano dei guai), e come se non bastasse infrangono tutte le leggi del commercio vigenti nella nostra amata repubblica.
Ma allora com’è possibile tutto questo, il nostro non è forse uno Stato civile dotato di leggi sul commercio e di leggi sui diritti delle persone e dei lavoratori, tali da impedire un simile ed indegno scempio?
E chi deve far rispettare questi leggi?
Dov’è la Guardia di Finanza, che per 3 scontrini non battuti ti chiude l’attività?
Dov’è l’Inps, che se versi i contributi del tuo dipendente con un giorno di ritardo, ti applica pesanti sanzioni?
Dove sono i sindacati, sempre in prima fila a parlare di tutto e di più?
E CHE-NE-SO verrebbe da rispondere, ecco, questa è la vera categoria di questi lavoratori, i CHE-NE-SO, lavoratori in nero sfruttati alla luce del sole, che per lavorare commettono dei reati, ma che evidentemente non interessano a nessuno.
Si, è vero, ogni tanto sequestrano un po’ di merce e ne rimpatriano qualcuno, ma a cosa serve tutto ciò?
A niente, assolutamente a niente, per 100 borse sequestrate n’arrivano subito altre 1.000, per 10 lavoratori rimpatriati n’arrivano subito altri 100.
Noi non ci possiamo arrendere all’idea che in Italia, chi gestisce un’organizzazione criminale adita alla fabbricazione ed alla vendita di merce contraffatta, con totale sfruttamento del proprio personale di vendita, diventi miliardario, mentre chi gestisce un Bar e non batte tre caffè, si ritrovi con la serranda abbassata!
Eppure per risolvere il problema non servibbero leggi speciali, basterebbe semplicemente applicare quelle che abbiamo già!
Qualcuna delle istituzioni da noi interpellate, può darci una pubblica risposta?
CDLsanremo@libero.it